baraccopoli

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Tra pochi giorni Giovanni Impastato partirà per il Kenya per seguire da vicino il progetto che la nostra associazione condivide con Afrikasì. Le sue riflessioni prima della partenza…

Negli ultimi giorni, purtroppo, abbiamo ricevuto la notizia che le autorità keniote hanno intimato agli abitanti del Deep Sea slum di Nairobi di rimuovere le loro strutture dalla parte alta della baraccopoli. Nessuno sgombero forzato è ancora stato messo in atto, ma l’emergenza nello slum, seguito dal progetto che condividiamo con l’associazione AfriKasì, è molto alta. 
Tra poco, insieme ai membri del direttivo di Afrikasì e alla presidente Alessandra Tiengo, partirò per Nairobi. Sarà un viaggio duro e un’esperienza difficile, ma le notizie, che arrivano dal Kenya, non mi dissuadono, anzi mi motivano sempre di più. E’ nostro compito difendere la baraccopoli, la sopravvivenza fisica di queste persone e i loro diritti.
Nell’era della globalizzazione, che doveva risolvere tantissimi problemi, lo squilibrio delle risorse è aumentato sproporzionalmente, fino al punto di accentuare forme di schiavismo e di razzismo. Bisogna riflettere e capire cosa sta accadendo intorno a noi e reagire: un sistema neo-liberista e capitalista senza regole sta distruggendo ogni forma di solidarietà umana. Senza parlare del fatto che le maggiori risorse economiche siano in mano a una strettissima minoranza che “detta legge”
Il mondo non ha un bell’aspetto: guerre, distruzioni di territori, mancato rispetto per i diritti umani.
Casa Memoria ha deciso di sostenere il progetto “Diritto allo studio e legalità” di Afrikasì Onlus coerentemente con le proprie idee e nel rispetto della memoria di Peppino.
In attesa di partire, rivivo il ricordo delle battaglie portate avanti nel 1968, insieme a  Peppino, quando bloccavamo le ruspe in procinto di abbattere una parte importante del nostro territorio per far posto alla terza pista dell’aeroporto di Punta Raisi, in difesa dei diritti della realtà e della cultura contadina e di decine e decine di famiglie, che stavano perdendo tutto.
Noi dobbiamo evitare che in questi giorni, a Nairobi, avvenga la stessa cosa. Dobbiamo cercare di far rispettare la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, sostenere la lotta nella baraccopoli con le armi della non violenza e della disobbedienza civile e  promuovere il miglioramento delle condizioni umane, sociali, scolastiche e lavorative della popolazione presente.
Sono orgoglioso di poter vivere questa esperienza e di affrontare questo viaggio insieme a persone che hanno lavorato e rischiato tantissimo, come il fondatore di Afrikasì, il dottor Ennio Maria di Giulio, che sul territorio, dal 2000 a oggi, ha curato 10.500 pazienti, e la dottoressa Alessandra Tiengo (con me nella foto), una psicologa che, con le sue attività, ha difeso il diritto allo studio di 7.500 ragazzi.

giovannialessandra

Nonostante siamo consapevoli che i rischi siano notevoli, Casa Memoria, forte dell’esperienza e del messaggio di Peppino, farà la sua parte. In coerenza con quanto lo stesso Peppino sosteneva: “… la cultura… patrimonio di massa in continua evoluzione è frutto del contributo quotidiano di tutti gli uomini in lotta per migliorare le proprie condizioni di vita…”.

Giovanni Impastato

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