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Ieri come Casa Memoria, con la presenza e l’intervento di Giovanni Impastato, abbiamo partecipato all’ ASSEMBLEA CITTADINA #lasolidarietàfa22 beni comuni e decreto sicurezza, per dare solidarietà ai 22 compagni della Casa del popolo di Palermo, recentemente sgomberata, che sono stati indagati e rischiano di finire sotto processo “per aver invaso uno spazio pubblico”. Attualmente per gli effetti del Decreto sicurezza bis, emanato dal precedente Governo e mai cancellato, rischiano 4 anni di carcere.

La Casa del popolo di Via Cavour a Palermo era nata all’interno di un edificio abbandonato che precedentemente ospitava l’Istituto Nazionale Sordomuti; un luogo che era lasciato all’incuria ed invece grazie all’impegno di un gruppo di persone che agivano in base al principio del mutualismo, del volontariato e di ideali fondati sull’idea di emancipazione sociale, era utilizzato per organizzare dibattiti, concerti, iniziative per bambini, sportelli per emergenza abitativa e per la raccolta di indumenti usati, tutte iniziative gratuite. Questo, durante l’assemblea, è stato ricordato in tutti gli interventi, e testimoniato in prima persona da una donna dell’ ”Asociație de voluntariat Bambini Allegri” che ha raccontato quanto la casa del popolo sia stata un importante luogo per tanti bambini che oggi si sentono privati di questo spazio sociale comune.

Questa esperienza è stata interrotta inaspettatamente visto che si era aperta un’interlocuzione con l’ente gestore, con l’obiettivo di restituire il bene alla cittadinanza, un ente che sembrava aver colto ed apprezzato l’intento positivo di non far morire di incuria uno spazio pubblico.

Dopo la chiusura è seguito, in tempi molto veloci, un intervento diretto della Procura senza alcuna querela di parte: un’azione legale resa possibile dal primo Decreto Sicurezza dell’allora Ministro Salvini che, permette anche un’azione giudiziaria senza che ci siano denunce specifiche.

I 22 indagati sono attivisti di varie realtà, non si sa su che base siano stati individuati tra centinaia di persone che hanno partecipato alle iniziative della Casa del popolo nei mesi in cui era aperta, tra l’altro alcuni di loro non sono nemmeno tra gli organizzatori delle attività, ma erano solo presenti ad alcuni momenti pubblici, come l’inaugurazione o la presentazione del libro di Viola Carofalo, leader napoletana di Potere al popolo, che risulta anche lei tra i 22 indagati perché si trovava lì a presentare il suo libro.

Come riportato principalmente negli interventi introduttivi, lo scopo principale di questo luogo era quello di dare un servizio a chi ne aveva bisogno, creare uno spazio aggregativo dove si mettesse al centro l’antirazzismo, l’antifascismo, l’ambientalismo, la parità di genere ed una forma di mutualismo non concepito come assistenzialismo, ma come protagonismo; oggi chi si occupa di solidarietà e accoglienza rischia di essere criminalizzato e con il decreto sicurezza bis si inaspriscono ancora più le pene.

Si è posta dunque una riflessione sui beni comuni, sull’importanza per una città come Palermo di avere non uno, ma tanti spazi come la casa del popolo. Si è posta la necessità di riqualificare i tantissimi beni abbandonati che potrebbero essere utilizzati per dare servizi alla cittadinanza ed invece sono lasciati nell’abbandono.

Tante le proposte uscite dall’assemblea: creare intanto un’iniziativa politica condivisa, perché la questione non riguarda solo i 22 della casa del popolo. Si chieda al nuovo governo l’abrogazione immediata dei due decreti sicurezza, gli effetti di questi decreti infatti non riguardano solo gli immigrati o i militanti politici, ma possono riguardare tutti, come è stato ricordato in alcuni interventi, anche alcuni lavoratori licenziati sono stati inquisiti per aver occupato una strada durante le proteste per un diritto primario e costituzionale, il lavoro. Tanti hanno espresso la loro vicinanza, è importante che tutta questa solidarietà sia basata su atti concreti.

Giovanni Impastato è intervenuto manifestando l’urgenza di riflettere sulla necessità di avere più spazi di democrazia e leggendo un comunicato: “Diamo la nostra solidarietà ai compagni della casa del popolo, così come l’abbiamo data a Mediterranea a cui, dopo aver salvato i migranti, per effetto del decreto sicurezza bis, è stata sequestrata la nave Mare Jonio; come abbiamo dato solidarietà a Carola Rackete, Capitana della Sea Watch, che è stata arrestata per il suo atto di disobbedienza civile, costretta a forzare il blocco imposto dal Ministro dell’Interno e raggiungere il porto di Lampedusa per portare in salvo 43 migranti, già vittime di torture e violenze in Libia; come siamo solidali con Turi Vaccaro che si trova in carcere per le sue azioni di disobbedienza civile contro il Muos; abbiamo dato solidarietà a Mimmo Lucano attaccato per aver costruito un modello virtuoso di accoglienza e fuori dalle logiche mafiose a Riace ; a Massimo Lettieri, della cooperativa Rimaflow, arrestato riteniamo ingiustamente in un’inchiesta per un traffico illecito di rifiuti, probabilmente un pretesto per bloccare un’importante esperienza nata dal basso.”

Casa Memoria

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