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Per “La rotta dei poeti” la storia di Trama di Terre, l’associazione interculturale di native e migranti di Imola, che gestisce un centro anti-violenza

Un portone chiuso e il messaggio “Noi siamo a fianco delle donne 365 giorni l’anno voi ve ne ricordate solo uno”. Hanno scelto di vivere così il loro 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, le esponenti di Trama di Terre. L’associazione di Imola, nata dall’idea di trovare un punto di condivisione fra donne arrivate da tutto il mondo, gestisce un centro interculturale, quattro strutture di accoglienza e un centro anti-violenza, che solo nel 2015 ha assistito 104 donne vittime di violenza. 

Il gesto “inconsueto” ha fatto il giro dei social network incontrando il pensiero comune di molte altre rappresentanti del genere femminile stanche di retorica, “di parole e rituali celebrativi, di ripetere nelle piazze elenchi di nomi di donne ammazzate, di numeri, statistiche e di leggere di vittime, non di donne – ognuna con una storia unica” – come hanno scritto nel loro comunicato le donne di Trama -.
La notizia del loro gesto è stata condivisa da molte, anche da chi scrive. Da chi voleva vivere in silenzio il 25 novembre, svigorita dal roboante chiacchierone di tutti questi anni sulla tematica. E’ stato confortante sentirsi confermare che molte altre donne provano lo stesso stato d’animo.
“Non è stata una provocazione – mi racconta Tiziana Dal Pra, presidente e fondatrice, insieme all’algerina Nabila Kovachi, di Trama di Terre – ma un messaggio forte. Il riscontro che abbiamo avuto ce lo ha dimostrato”.
Un messaggio che emotivamente è suonato come un pugno allo stomaco, proprio perché proveniente da persone che, ogni giorno, vivono i bisogni reali e si confrontano direttamente con tanti tipi di violenza: “perché non esiste solo una violenza – sottolinea Tiziana – ma molte violenze e tanti aspetti che devono essere considerati. Con gli anni abbiamo compreso che bisogna mettersi in discussione ed essere attente alle nuove problematiche. Non in una logica di assistenzialismo, ma di accoglienza e comprensione”.

Le donne che varcano il Centro dell’associazione provengono da diversi paesi: Marocco, Europa dell’Est, Eritrea, Nigeria, Congo, Somalia, Senegal, Costa D’Avorio, Cina, Santo Domingo. “Molte di loro – precisa la presidente – non sono consapevoli dei loro diritti e degli strumenti di difesa a loro disposizione. Non possono essere consapevoli di qualcosa che è stato loro omesso. Forniamo conoscenze che un domani potranno essere trasformate a difesa di altre donne. Un patrimonio, che dà loro la possibilità di scegliere”.
Tiziana Dal Pra parla anche delle donne, che nelle ultime ondate di migrazione, arrivano in Italia da sole, in fuga da una guerra che le ha stuprate e da un viaggio che ha portato loro ancora innumerevoli violenze. L’associazione si sta battendo perché a queste migranti si possa conferire lo stato di rifugiate: “ma dove devono andare queste donne?”.
Una domanda che risuona come un macigno, come la descrizione delle tante povertà femminili che Tiziana incontra ogni giorno. Di fronte a questi scenari che cosa vi dà il coraggio di non smettere? “La nostra forza – dice – è il nostro sguardo multiplo: quello dentro di noi, quello verso l’altro e quello verso ciò che ci sta intorno. Traduciamo tutto questo in azione, accoglienza e ascolto, dimostrando alle nostre compagne che le cose possono cambiare”.

Trama di Terre vive la bellezza delle miscellanee, un’unione di lingue, di parole, di sguardi, di pianti, di abbracci, di carezze e di mani che si stringono. La rabbia contro le ingiustizie c’è, ma per lo più si tramuta in lotta. Le diseguaglianze sono una spina da togliere per camminare insieme verso una rotta che è di tutte le donne: quella di rivendicare “un giusto posto nel mondo”. 
Un posto che spetta sempre e non solo una volta l’anno. Ecco perché ho scelto di raccontare Trama di Terre in un giorno qualsiasi di questo consueto periodo natalizio.

Mimma Scigliano

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