locandina rassegna

locandina rassegna

 

Si apre la Rassegna intitolata “Il Valore di essere donne”, curata da Navarra Editore e Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato. Dedichiamo l’iniziativa a Felicia Bartolotta Impastato, una madre che ha lottato per difendere la memoria del figlio e contro la mafia, aprendo la sua casa come luogo di verità, giustizia e cultura. 

Il primo appuntamento il 1 Dicembre ore 18.00, presso Casa Memoria con la presentazione del libro “LA SIGNORA LUCIA DI NAPOLEON Storia di una donna” di Lucia Capizzi e Rosaria Cascio. Saranno presenti le autrici del libro Rosaria Cascio e Lucia Capizzi.

“Una storia di riscatto. Lucia Capizzi è nata a Palermo nel 1928, oggi ha novant’anni. Ha la quinta elementare, vive nella borgata marinara Arenella. Orfana di padre e abituata fin dalla più tenera età a lavorare, nel ’46, finita la guerra, si propone come commessa nella ditta di calzature Spatafora. Viene assunta e ne esce nel 1998 come direttrice del prestigioso Napoleon, negozio di punta dedicato all’élite cittadina. La sua storia personale attraversa la Storia e ci regala un accurato spaccato di Palermo, dagli anni della Seconda Guerra Mondiale agli anni Ottanta.”

Le autrici: Lucia Capizzi è nata e vive a Palermo, dove ha lavorato cinquant’anni per la Spatafora. Dal 1947 al 1998 la signora Lucia da commessa è diventata direttrice, padrona di casa di Napoleon, il più prestigioso dei negozi-salotto degli Spatafora.

Rosaria Cascio è insegnante di Lettere nei licei a Palermo. È cresciuta nei gruppi giovanili di padre Giuseppe Puglisi e da anni è impegnata in un’attività di testimonianza nelle scuole e nelle comunità. Ha pubblicato, con F. Palazzo e A. Cavadi, Beato fra i mafiosi. Don Puglisi: storia, metodo, teologia (Di Girolamo, 2013), con R. Lopes e N. Lanzetta, P.G. Puglisi. Sì, ma verso dove? Identikit di un beato animatore vocazionale (Il pozzo di Giacobbe, 2015) e con S. Ognibene, Il primo martire di mafia. L’eredità di Padre Pino Puglisi (Dehoniane 2016). Da insegnante ripropone in classe la pedagogia e la metodologia dell’educatore Puglisi. Di questa relazione educativa racconta il libro pubblicato nel 2015 da Navarra Editore, Io pretendo la mia felicità. Ho pagato tanto e adesso me la merito, scritto insieme ad una sua classe di liceo. Il libro è poi diventato uno spettacolo teatrale.

 

Il valore di essere donne

“Così questa donna si è fatta in un giorno: le lacrime non sono più lacrime ma parole, e le parole sono pietre”. E’ una frase che Carlo Levi dedica a Francesca Serio, madre coraggio in lotta contro la mafia, ma possiamo dedicarla a tutte le protagoniste di una Rassegna Letteraria che sono donne coraggiose in cerca del proprio riscatto. Che siano madri, lavoratrici, artiste o prostitute hanno in comune la lotta per migliorare la propria condizione, per uscire dagli stereotipi, per trasformare le lacrime in forza. Una forza che è proprio “la forza delle donne”, perché se qualcuno ha voluto ritenere l’essere donna un limite, ci sono donne che hanno dimostrato che proprio l’essere donna è il valore aggiunto.

Nei libri scelti che hanno tutti come sfondo la Sicilia, terra di oppressione, ma anche di coraggio, le protagoniste vivono una vita non convenzionale, uscendo da ciò che è stato loro predestinato, iniziano un percorso di emancipazione. Da Francesca Serio che lascia il marito, sceglie di lavorare nei campi fuori dalle mura domestiche e che lotterà fino alla fine per dare giustizia al figlio Salvatore Carnevale, ucciso dalla mafia, a Lucia Capizzi, donna nata povera in una borgata di Palermo, che si riscatterà tramite il lavoro diventando la direttrice di Napoleon, un prestigioso negozio della sua città in anni in cui alle donne non era concesso di sfidare un mondo tutto al maschile, a Lia Pasqualina Noto, pittrice palermitana, che sfidò le convenzioni sociali e artistiche del suo tempo. La donna a quel tempo era relegata al ruolo dei “dilettanti”, per un periodo si fingerà uomo per essere riconosciuta come artista, ospiterà nella sua casa ebrei e anarchici durante il fascismo. Arriviamo poi alle madri e figlie prostitute di “Malavita”; mentre incombe la povertà e la guerra, saranno costrette dal loro status sociale a una condizione da cui sembra impossibile uscir fuori, vessate da uomini che credono di poter dominare su tutto, anche sul corpo femminile, vittime di soprusi di ogni tipo, cercheranno in ogni modo di autodeterminarsi. La rassegna si conclude con il libro fotografico di Nerina Toci, artista nata in Albania e trapiantata in Sicilia, che racconta inquietudini, dubbi e disagi del mondo femminile, ma soprattutto la liberazione dagli stereotipi. Un percorso introspettivo che si esprime con un linguaggio artistico, teatrale, a volte ironico. Gli ambienti che fanno da sfondo sono quelli di una Sicilia decadente, surreale e poetica.

Sono racconti di donne, per donne e per uomini, per aprire un dialogo costante verso un futuro di libertà, giustizia e armonia.

I prossimi appuntamenti:

14 Dicembre ore 18.00, presso Casa Memoria

FRANCESCA SERIO La madre, di Franco Blandi

Sarà presente l’autore, Franco Blandi.

La vicenda umana e giudiziaria della madre di Salvatore Carnevale, il sindacalista barbaramente ucciso dalla mafia il 16 maggio 1955. Prima donna a denunciare apertamente la mafia, la madre di Carnevale, Francesca Serio, ci racconta per la prima volta, attraverso la penna di Franco Blandi, la sua vita anticonvenzionale e la ricerca di giustizia per il figlio.

L’autore: Franco Blandi, nato a S. Agata di Militello (ME), fotografo, documentarista e scrittore, è direttore artistico della rassegna Nebrodi Cinema DOC e di ZYZ – annuario fotografico contemporaneo. Con Navarra Editore ha già pubblicato “Appuntamento alla Goulette. Le assenze senza ritorno dei 150.000 emigrati italiani in Tunisia” (2012) e “Vittorio De Seta. Il Poeta della verità” (2016).

 

21 Dicembre ore 21.00, presso Ex Casa Badalamenti (sala conferenze)

MALAVITA, di Giankarim De Caro

Sarà presente l’autore Giankarim De Caro.

“Madri puttane, preti immorali, aristocratici e soldati raccontati con vivido realismo in un romanzo mai volgare che lascia l’amaro in bocca.

Sullo sfondo di una Palermo decadente, due generazioni di prostitute si confrontano con la durezza del cinquantennio a cavallo delle due grandi guerre, e con le difficoltà della loro condizione di donne sole.

L’autore: Giankarim De Caro nasce a Palermo nel 1971 dove tutt’ora lavora e vive. Ha sempre coltivato la sua passione per la lettura di autori narrativi italiani e stranieri e per i viaggi che lo portano ad essere un buon conoscitore dell’Asia. Appassionato amante della sua terra e della storia della sua Palermo decide di intraprendere l’avventura di narratore. Malavita è il suo primo romanzo.

 

19 Gennaio ore 18.00, presso Ex Casa Badalamenti (sala conferenze)

LIA PASQUALINO NOTO L’artista che sfidò il suo tempo di Luisa Maria Leto

Sarà presente l’autrice Luisa Maria Leto.

“Sfidò le convenzioni sociali e artistiche del suo tempo, fu la prima donna ad aprire una galleria d’arte, ospitò nella sua casa ebrei e anarchici durante il fascismo: ecco la “scandalosa” vita di Lia Pasqualino Noto. Costretta a fingersi uomo per raggiungere l’apice del riconoscimento artistico, Lia Pasqualino Noto è oggi considerata una delle maggiori pittrici italiane del ‘900.

L’autrice: Luisa Maria Leto diplomata in flauto traverso al Conservatorio di Palermo, ha suonato sotto la direzione di Nicola Piovani. Ha curato mostre per l’Accademia di Belle Arti di Palermo e collaborato con la rivista Il Palindromo e la testata online ifioridelmale.it. Con Navarra Editore ha già pubblicato nel 2015 “Palermo. Storie dalla città interrotta”.

25 Gennaio ore 19.00, presso Ex Casa Badalamenti

L’IMMAGINE È L’UNICO RICORDO CHE HO di Nerina Toci

Prefazione di Letizia Battaglia.

Sarà presente l’autrice Nerina Toci.

Nerina Toci, classe 1988, è una talentuosa fotografa siciliana di origini albanesi. Dal 2015 indaga dentro se stessa attraverso l’immagine che le restituisce la sua macchina fotografica. “L’immagine è l’unico ricordo che ho” è il suo primo libro.

Letizia Battaglia scrive nella prefazione: “Un po’ teatro, un po’ cinema, un po’ danza. Le fotografie di Nerina Toci si nutrono di molteplici elementi. Ma l’inquietudine la fa da padrona”.

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