giovanni al casolare

giovanni al casolare

 

 

Lettera aperta

 

Al Governatore della Regione Sicilia Nello Musumeci, 

al Sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo, 

all’Assessore dei beni culturali e dell’identità siciliana Sebastiano Tusa.

 

Per conoscenza

 

Al Procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho, 

al Presidente della Commissione regionale antimafia On. Claudio Fava

Ill.mi Governatore della Regione Sicilia Nello Musumeci, Sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo, Assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Sebastiano Tusa.

 

 

Su Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato è stato apposto il primo vincolo quale bene culturale testimonianza della storia collettiva e della lotta contro la mafia, decreto n. 2010 del 27 Agosto 2012 dell’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana.”

 

Come famiglia Impastato abbiamo ritenuto opportuno fare questo passaggio storico importante, rinunciare all’eredità e alla proprietà di un nostro bene, la casa dove si è svolta una parte rilevante della nostra storia, per metterlo a disposizione della collettività. Riteniamo sia un esempio educativo che possa contribuire a mantenere viva una memoria storica che non è soltanto quella di Peppino o circoscritta al territorio di Cinisi, ma è memoria di tutto il Paese. 

 

Purtroppo questo nostro gesto non è stato apprezzato e ricambiato né da parte della Regione, né dal Comune, l’esempio evidente è lo stato di abbandono in cui versa il Casolare che non è agibile e quindi visitabile.

Migliaia di persone arrivano a Cinisi da ogni parte del mondo per conoscere la storia di Peppino e dopo aver visitato Casa Memoria fanno il percorso dei cento passi verso la casa confiscata che apparteneva al boss Badalamenti, oggi aperta alla collettività come biblioteca comunale, sede di Radio cento passi e sala conferenze di Casa Memoria. Tutte queste persone chiedono soprattutto di visitare il Casolare, che potrebbe essere uno dei luoghi più frequentati d’Italia, dove è stato ucciso Peppino poi fatto esplodere sui binari poco distanti e dove ha avuto inizio il depistaggio.

 

Il Casolare oggi sta cadendo a pezzi. Il proprietario è complice di questo scempio, non prendendosi cura del luogo, non avendo rispetto per la figura e la memoria di Peppino e per la sensibilità di tutti coloro che credono in questa storia e nella crescita del nostro Paese, non volendo cedere il bene e chiedendo delle cifre sproporzionate rispetto al giusto valore economico. L’unica via d’uscita a questo punto, con un atto democratico nel rispetto della proprietà privata, dovrebbe essere l’esproprio da parte delle Istituzioni competenti, in questo caso il Comune di Cinisi o la Regione Sicilia, ma il Comune e la Regione sembrano totalmente disinteressati.

Noi riteniamo sia un fatto gravissimo e un’offesa a chi vuole ricordare e continuare a lottare per una società migliore e chiediamo al più presto possibile, perché già si è perso troppo tempo, che venga ripristinato e affidato alla collettività come luogo pubblico. 

 

In tutti questi anni come risposta alle nostre richieste abbiamo ricevuto solo chiacchiere e nessuna concretezza.

Si inizia nel 2003 durante la gestione commissariale del Comune di Cinisi, da parte dei commissari prefettizi viene posto un vincolo ritenendo il Casolare “bene di interesse storico-culturale”. L’area è destinata dal Comune ad attrezzature culturali e/o sociali art.30. 

 

Il 9 maggio del 2014 il Presidente della Regione Siciliana Crocetta, accogliendo parte delle richieste, dopo una petizione popolare, consegna il provvedimento di vincolo promettendo che a breve ci sarebbe stato l’esproprio che avrebbe consegnato il luogo alla collettività. Il governatore ha consegnato al sottoscritto la copia della delibera durante la visita al casolare, in contrada Feudo. 

Da quel momento il silenzio, nessun risultato positivo, solo promesse e prese in giro. 

 

Sono trascorsi quasi altri cinque anni ed oggi non si è in condizione di dare una risposta seria e concreta a migliaia e migliaia di persone che, anche in occasione del prossimo 9 Maggio, raggiungeranno il luogo dove è stato ucciso Peppino, così come hanno fatto negli anni precedenti. 

Speriamo che in occasione del quarantunesimo anniversario dell’assassinio di Peppino si cominci ad affrontare seriamente questa questione e risolverla nel più breve tempo possibile.

 

Giovanni Impastato

Famiglia Impastato

 

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