
Viviamo in un mondo segnato da profonde disuguaglianze in cui una ristretta élite economica e politica concentra ricchezze e potere, a scapito del bene comune: un’oligarchia che detiene e nasconde le risorse finanziarie in paradisi fiscali, che gestisce le nuove tecnologie, la produzione di armi e controlla i mezzi di comunicazione. Le economie vengono condizionate da interessi ristretti e le politiche globali rispondono più alle logiche del profitto che a quelle della giustizia sociale. La democrazia è sempre più debole e in crisi, il potere dominante è capitalista, fascista, mafioso e criminale.
Questa situazione si riflette nelle nostre comunità: precarietà lavorativa, esclusione sociale, tensioni crescenti e un senso diffuso di insicurezza. L’inquinamento, il cambiamento climatico, le politiche di chiusura e le tensioni internazionali aggravano ulteriormente le difficoltà quotidiane, rendendo il futuro sempre più incerto, soprattutto per le nuove generazioni. In molti casi, la mancanza di prospettive si traduce in disagio, isolamento e in un aumento di fenomeni distruttivi come la dipendenza da sostanze o l’abbandono della partecipazione attiva alla vita collettiva.
A questo scenario si aggiunge la presenza pervasiva della mafia, che, come dimostrano le recenti operazioni antimafia, continua a operare sul territorio riorganizzandosi costantemente. Dai settori tradizionali, come il controllo dei lavori edili, i grandi appalti, fino ai nuovi business legati alle scommesse online, le organizzazioni criminali cercano di infiltrarsi nell’economia locale, condizionando imprese, investimenti e istituzioni. Non si tratta di un fenomeno del passato: il sistema mafioso si evolve, trovando sempre nuovi modi per esercitare il proprio potere e sfruttare le debolezze del tessuto sociale ed economico.
Bisogna reagire immediatamente a tutto questo! Esistono alternative nate dall’impegno quotidiano di chi lavora per un modello di società più giusto, solidale e sostenibile. Comunità che promuovono la partecipazione, la condivisione e la cura reciproca. Esperienze che dimostrano come sia possibile costruire spazi di libertà e di giustizia, basati sulla dignità delle persone e sulla difesa dei diritti fondamentali.
La questione migranti con le cronache di morti in mare di tutti i giorni, i lager in Libia, i Cpr in Italia, per il governo Meloni non ha soluzioni se non quelle dei respingimenti e dei confinamenti. Occorre allora contrapporre il modello aberrante della deportazione in Albania con soluzioni più razionali ed umanitarie che mettano in conto le criticità di questo Paese, del suo calo demografico, dello spopolamento dei piccoli borghi del Mezzogiorno, l’abbandono delle campagne. A tutto ciò si può dare risposta attraverso la riproposizione degli Sprar e del modello Riace in Calabria.
Per questo, il 9 maggio 2025, scenderemo in piazza per ribadire il nostro impegno per la pace, la solidarietà e la giustizia sociale. Sappiamo che il cambiamento non è immediato, ma è frutto di un percorso collettivo fatto di scelte, resistenza e coraggio. Seguendo l’esempio di chi, come Peppino Impastato, ha creduto nella possibilità di un mondo diverso, continuiamo a costruire il futuro che vogliamo.
Tutt* a Cinisi il 9 Maggio per costruire insieme un grande corteo di pace, memoria, lotta e impegno! Ore 16 concentramento a Terrasini (dove si trovava la sede di Radio Aut).
Dal 6 al 10 Maggio a Cinisi le iniziative del 47esimo anniversario dell’omicidio di Peppino Impastato, incontri, attività culturali, artistiche, musicali e teatrali.