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Alla fine di questo anno, intenso e di crescita per la nostra associazione, una riflessione di Giovanni Impastato aspettando il 2018 e il 40mo anniversario della morte di Peppino

Carissimi amiche e amici, compagne e compagni, con la fine del 2017 ormai prossima è il momento di fare il solito bilancio annuale. Anche quest’anno abbiamo cercato di portare avanti il nostro impegno con una presenza attiva sul territorio e a livello nazionale e internazionale. Non è stato facile, considerando che “Casa Memoria” ha avuto una crescita notevole da tutti i punti di vista, con una quantità di visitatori che è aumentata sempre più, giorno dopo giorno, ma le nostre forze sono rimaste sempre le stesse.
L’interesse per la nostra storia continua ad essere vivo, anche perché noi abbiamo cercato di alimentarlo costantemente, fino al punto da non avere mai smesso neppure per un istante di attivarci per salvaguardare la memoria storica del nostro paese che si lega alla figura di Peppino che rimane un punto di riferimento fondamentale per le nuove generazioni. Le novità di quest’anno sono state tante, ma l’accoglienza riservata a chi viene a trovarci rimane per noi centrale, fino a considerarla un dovere nei confronti delle migliaia di persone che varcano la soglia di “Casa Memoria”, dovere che abbiamo rispettato grazie soprattutto alla disponibilità dei volontari che non si sono fermati un attimo. Nel nostro piccolo siamo stati presenti anche nell’organizzare iniziative e manifestazioni in difesa dei diritti fondamentali di tutti e nel condurre progetti internazionali di stampo umanitario con una presenza attiva in paesi svantaggiati.
I tantissimi incontri in giro per l’Italia a cui ci hanno invitato hanno avuto un forte incremento con la presentazione di un progetto per le scuole in funzione del 40mo anniversario dell’assassinio mafioso di Peppino e per l’uscita del mio libro “Oltre i Cento Passi”, un resoconto sentito e personale di tutte le attività portate avanti in questi anni. Importante è stato e continua ad essere il ruolo del “Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato” di Palermo, fondato da Umberto Santino e Anna Puglisi, che quest’anno ha compiuto 40 anni di attività.
Molti sono stati gli eventi che si sono svolti in tutta Italia in occasione di questa ricorrenza, resa ancora più storica dal fatto che è stato finalmente approvato ed è in fase di realizzazione il grande progetto del Memoriale Storico-No Mafia Memorial, che avrà sede presso a palazzo Gulí sito in Corso Vittorio Emanuele a Palermo e che raccoglierà testimonianze circa l’intera storia del movimento antimafia. L’impegno nel territorio ci ha visto affiancati da molte associazioni locali, con cui si sono incrementati i rapporti di collaborazione: “Asadin”, “Ass. Officina Rigenerazione”, “Ass. Sportiva Calcio Cinisi”, “Ass. Peppino Impastato”, “Cooperativa Liberamente-Ciuri di Campu” e  “Ass. CreAZIONI”. E così a livello nazionale e internazionale con “Afrikasi”, “Balobasha” e “Cnca”.
Il nostro Coordinamento Nazionale ha continuato a funzionare con efficacia e a svolgere un’intensa attività grazie ai nostri preziosi punti di riferimento e rappresentanti regionali. Un altro risultato importante riguarda l’apertura del bookshop a “Casa Memoria” con la collaborazione della Casa Editrice Navarra che raccoglie testi antimafia e alternativi. Negli ultimi tempi abbiamo mantenuto come tema portante della nostra attività e del nostro impegno la “Negazione dei Diritti Umani”, tema che ci porterà alla “Manifestazione Nazionale contro la Mafia e il Fascismo” del 9 Maggio 2018 a Cinisi in occasione del 40° anniversario della morte di Peppino.
In un momento come questo diventa per noi fondamentale rimanere coerenti con le idee di Peppino, quindi il nostro obiettivo sarà quello di consolidare al massimo i contenuti politici, nel senso più degno del termine, dell’evento che organizzeremo, rifiutando ogni forma di strumentalizzazione e cercando di valorizzare la necessità di una legalità democratica, costituzionale, Antimafiosa ed Antifascista. Occorre recuperare i grandi i valori di una Sinistra che deve essere ricostruita dal basso e facendo monito di alcune importanti esperienze e riflessioni del passato, cominciando da Gramsci, da lotte come quelle di Peppino e dalla libertà di pensiero di Pasolini che già ci aveva allertato sul fascismo di Sinistra, che oggi con buona pace di tutti e con il dilagare del razzismo è diventato espressione del governo. A sinistra si e’ abituati ormai ad imputare colpe agli altri, a quelli che sono ritenuti avversari politici o populisti, ma in quanti sono consapevoli delle proprie responsabilità e del proprio essere “vuoti a perdere” (perdere soprattutto le elezioni), cioè privi di contenuti e lontani dall’impegno politico vero e proprio nei territori? E’ veramente triste ridursi a piccole sigle che sgomitano tra loro per entrare nei vari parlamenti. Questo Nove Maggio deve rappresentare il punto di partenza per farci riflettere su alcune gravi emergenze che ormai ci travolgono, per recuperare soprattutto una vera coscienza antifascista che si è persa nel nostro paese.
Abbiamo assistito quasi imperterriti a delle forme di violenza criminale di alcuni gruppi e simpatizzanti neo-fascisti: da Marzabotto con il calciatore che dopo un gol ha mostrato la maglietta nazista rivolgendosi al pubblico col saluto romano all’immagine di Anna Frank con i colori della Roma affissi allo Stadio Olimpico dai tifosi fascisti della Lazio, dall’episodio di Ostia con il grave ferimento del Giornalista della Rai e la sospetta alleanza tra mafia e fascisti all’incursione a Como da parte dei naziskin durante un assemblea di volontari, dove hanno imposto la lettura di un comunicato con delle severe minacce, o la volgare provocazione davanti la sede del giornale La Repubblica ordita da Forza Nuova. Per non parlare di tantissimi altri episodi. Il tutto è passato quasi inosservato ed è stato sottovalutato dai più, senza che ne sia conseguita una vera indignazione o un’accurata riflessione sulle eventuali ripercussioni politiche, con il beneplacito di squallidi personaggi razzisti e fascisti che sono presenti nei nostri parlamenti anche sotto mentite spoglie.
Il 2018 sarà anche l’anno delle elezioni nazionali, infatti è già iniziata la caccia ai voti con l’organizzazione delle liste e la spartizione delle candidature, una vera campagna acquisti pari al mercato calcistico. Non a caso anche a sinistra si scelgono leader dal nome altisonante o politici di carriera che sono di fatto lontani (anche fisicamente) dalle realtà che dovrebbero rappresentare e estranei al lavoro che viene fatto nei territori e alla presenza che dal basso piccole organizzazioni, associazioni e gruppi politici sono in grado di garantire. In questo modo la lontananza dalle esigenze dei cittadini diviene sempre maggiore, come l’incapacità di rappresentare e dare voce alle diverse forme di disagio sociale: dai disoccupati agli immigrati, da coloro che vivono condizioni sociali ed economiche svantaggiate a coloro che hanno a cuore l’ambiente e la tutela della nostra terra, fino a chi si occupa della difesa dei diritti e dell’antimafia. Alcuni fingono di proporre alternative ad un sistema ormai consolidato, coprendosi con una maschera di finto dissenso per poi infognarsi nei soliti giochi di palazzo. Altri sono incapaci di esprimere nuovi leader, così sono sempre gli stessi che si propongono da decenni senza alcuna novità e ciò costituisce l’espressione del totale fallimento della nostra democrazia aprendo un baratro rispetto al futuro della nostra società. Nessuno vuole accorgersi della gravità di ciò che questo significa? Continueremo come italiani a girarci dall’altra parte fino a che il nostro “giardinetto” rimarrà illusoriamente intatto, sostituendo del tutto l’egoismo alla solidarietà e alla condivisione? È questa oggi la vera povertà del nostro paese, non la mancanza di soldi ma la scarsità dei valori. E mentre i nostri parlamentari scappano di fronte al loro dovere di voto, compito per il quale sono stati eletti, rischiamo che il nostro sistema politico divenga esclusivamente metodo di salvaguardia dei privilegi e interessi economici e non sia per nulla in difesa o a vantaggio dei diritti democratici di tutti. Di fronte a questo sfascio non resta che raccogliere i cocci della nostra Storia e ripartire con il nostro piccolo ma grande lavoro dal basso. E così sia per tutti coloro che decidono di mettere in campo la propria sensibilità, le proprie competenze e la propria passione.
La memoria di Peppino e ciò che a lui fa riferimento rappresenta tutti gli uomini liberi di questo mondo che dell’impegno sociale effettivo hanno fatto la loro bandiera e la loro ragione di vita. Lo scopo del 9 Maggio nel 40° anniversario dell’assassinio mafioso di Peppino sarà portare la riflessione politica ad un altro livello, evitando sterili polemiche, con l’obiettivo di accompagnare le nuove generazioni, completamente abbandonate alla rassegnazione, al precariato e al rincoglionimento assicurato dai social network, dai media, dalle partite di calcio e dalla Tv spazzatura al vero impegno politico e al più attuale concetto di comunismo inteso come comunità dei diritti. Non bisogna vergognarsi di dirlo e di praticarlo.

Giovanni Impastato

 

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