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Oggi presso il Teatro Wojtyla del Liceo Regina Margherita di Palermo, si è tenuto l’incontro dal titolo Basta Muri, per commemorare il trentennale dal crollo del muro di Berlino e per riflettere sui tanti muri ancora oggi fatti di omertà, ingiustizia e disumanità. Ad intervenire, su invito della professoressa Rosaria Cascio, il caporedattore di Rai Sicilia, Rino Cascio con l’intervento “Si all’accoglienza, no alla morte” e Giovanni Impastato fratello del militante politico Peppino Impastato, trattando di “Si alla libertà, no alla mafia”. La mattinata ha preso avvio con la proiezione del documentario “La grande storia – La caduta del muro di Berlino”, un racconto di un evento storico e unico nella storia del mondo, di rottura con un sistema che divideva il mondo in due blocchi distinti tra modello capitalista e regime comunista. Il muro era un simbolo che imprigionava un popolo, ne limitava la libertà per lasciare il posto al potere del totalitarismo. La popolazione di Berlino Ovest e di Berlino Est, cerca attraverso varie vie l’opportunità di un cambiamento, scendono in piazza con proteste e marce, pressando il potere politico verso una riforma, ed è così che si arriva alla storica notte del muro e del suo abbattimento. A partire dalla visione di un video in cui sono raccontate battaglie e tematiche ancora oggi attuali, prendono avvio gli interventi dei relatori. 

 

Rino Cascio si è occupato a livello giornalistico dei recenti flussi migratori dalle zone africane verso le porte dell’Europa, frutto delle primavere arabe a partire dal 2011. Le motivazioni delle migrazioni, per lui, vanno ricercate fin dai tempi antichi, da quando l’uomo per ragioni come fame, lavoro e guerra decideva di spostarsi per prospettive diverse secondo svariati flussi. Attualmente questi flussi sono visti dall’opinione pubblica come invasioni, questa paura viene alimentata da una politica nociva e comunicazione allarmista; mentre in passato, la civiltà greca considerava il multiculturalismo come fonte di arricchimento umano e di crescita della civiltà. Lo strumento che, in prima persona Cascio individua per contrastare questi muri di indifferenza, paura dell’immigrato, è il vedere con i propri occhi quello che avviene nei “porti di arrivo” e incontrare l’altro che da lontano, in mare, al televisore tanto ci spaventa.

 

 A seguire Giovanni Impastato, prende la parola a partire dal grande lavoro svolto in questi quarantuno anni dalla morte del fratello, assassinato dalla mafia per aver rotto quel muro di omertà, silenzi, ingiustizia e criminalità. Il riconoscere ad oggi il desiderio da parte di alcuni esponenti politici mondiali, di costruire muri per imprigionare e limitare la libertà di alcune popolazioni, come in Israele, Messico, Ungheria, fa riflettere sull’importanza della memoria, come strumento contro il dilagare del senso di rassegnazione e di obbedienza ad un sistema razzista, individualista. Giovanni fa riferimento a moltissimi muri invisibili creati nella storia dell’uomo e sconfitti dai movimenti di disobbedienza civile contro leggi e logiche ingiuste nei confronti della dignità dell’uomo. Fa riferimento a Peppino, Gramsci, Don Milani, Rosa Parks e Martin L. King, portando all’attenzione dei ragazzi che è possibile un cambiamento nei confronti di una situazione sempre più allarmante. Tra un decreto sicurezza uno e bis, tra il dilagare di una politica qualunquista e reazionaria, la paura, la tecnologia in grado di risucchiare la capacità di ragionare e riflettere, l’incapacità di distinguere il buono dal cattivo, i ragazzi chiedono una soluzione ai relatori, in questa prospettiva senza apparente via d’uscita. Concludendo con una citazione della studiosa Hannah Arendt: “ I vuoti di oblio non esistono, nessuna cosa umana può essere cancellata completamente e al mondo c’è troppa gente perché certi fatti non si sappiano: qualcuno resterà sempre in vita per raccontare e perciò nulla può mai essere praticamente inutile, almeno non a lunga scadenza”. La soluzione virtuosa, a mio avviso va ricercata nella creazione di reti interconnesse, tra scuola-famiglia-gruppo dei pari basate su un’educazione ai valori di responsabilità, impegno civile-sociale-politico, giustizia e rispetto del genere umano affinché il mondo sia libero da ogni forma e tipo di muro, ma comunichi attraverso ponti.

Ornella Tirone

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Durante l’incontro

 

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Giovanni Impastato durante l’intervista degli studenti

 

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Locandina dell’evento