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In queste terribili giornate mi vengono subito in mente i ricordi del passato, di una vita diversa più vera ed autentica di quella che abbiamo trascorso in questi anni, nei quali si è quasi smarrito il valore umano della nostra esistenza.

Purtroppo abbiamo dovuto aspettare il Corona Virus con tutte le gravi conseguenze che ci sta causando per iniziare a riflettere e a valorizzare quello che era per tutti noi superato, poco considerato e nello stesso tempo bruciato dalla nostra corsa frenetica verso un consumismo dove l’economia è riuscita a dominare su tutto distruggendo i veri valori umani. Il mio pensiero va subito ai racconti di mia madre durante le lunghe notti d’inverno accanto al braciere, ci parlava della guerra che lei aveva vissuto, della fame e della miseria esistente ancora prima della ricostruzione del nostro paese. Per non parlare dei problemi che venivano affrontati e superati dalla spontanea solidarietà di tutte le persone che resistevano con tenacia e che si aiutavano l’uno con l’altro. Ricordo che aveva paura per noi e si augurava che quei tempi non tornassero mai, però ci metteva in guardia dalle insidie e dai pericoli della vita. La stessa paura che io ho nel guardare i miei due nipotini. Noi eravamo due fratelli piccoli e spensierati, ascoltavamo con interesse quando ci parlava del regime fascista, del confino di nostro padre ad Ustica e di tutte le brutture che avevano lasciato la guerra e il fascismo. Proprio in questi giorni la mia memoria viene alimentata da questi ricordi che si legano alle preoccupazioni di mia madre in quegli anni. Adesso stiamo vivendo momenti che le nuove generazioni non si sarebbero mai aspettate e che nessuno aveva mai previsto.

Pensavamo tutti di essere invincibili, eroi pieni di tatuaggi ed immuni a tutte le intemperie. Ci credevamo perfetti, non a caso si correva e non c’era il tempo di riflettere, non c’era il tempo per stare assieme. Oggi improvvisamente scopriamo che tutto quello che rincorrevamo rischia di apparire, davanti a noi, un’illusione dettata da un potere che ci impediva di uscire dalle sue regole neo-liberiste. In questi giorni leggo sui giornali e sui Social alcune testimonianze sconvolgenti che mi hanno fatto capire che alcune nostre abitudini di vita erano sbagliate e sotto certi aspetti anche disumane. Racconti come quello della signora che finalmente ha scoperto la gioia di stare accanto ai suoi bambini e di assaporare il calore della sua casa. I canti dai balconi e i messaggi di solidarietà che arrivano dal vicinato, finalmente scopriamo che di fronte a noi abitano degli esseri umani con cui bisogna scambiare uno sguardo ed un saluto. Questo non avveniva prima, non ci conoscevamo l’uno con l’altro e si correva, perché eravamo sempre in ritardo.

Oggi ci siamo fermati, il Coronavirus ci ha bloccati tutti senza guardare in faccia nessuno e senza distinzioni, ha bloccato anche noi, in 42 anni della nostra storia nessuno era riuscito a farci chiudere le porte di Casa Memoria aperte da mia madre dopo l’uccisione di Peppino e adesso purtroppo è successo, anche se noi siamo pronti a reagire e andare avanti. Il coronavirus ha bloccato anche alcuni giovani che uscivano da casa dopo la mezzanotte per andare nelle discoteche per poi rientrare nella mattinata carichi di alcol e di droga, ha bloccato gli aperitivi del tardo pomeriggio e le palestre per rimanere tutti in forma, i parrucchieri e le estetiste che ci curavano e ci rendevano belli tutti con il ventre piatto senza peli e cellulite, ha bloccato pure i viaggi low cost di 20 euro in giro per l’Europa ed il Calcio che mai nessuno si era permesso di mettere in discussione considerando gli interessi economici che ci sono dietro.

Oggi siamo tutti a casa a leccarci le nostre ferite, nello stesso tempo per riflettere e preoccuparci di quello che può succedere in futuro. Bisogna sperare sempre bene, ma c’è un limite a tutto da rispettare senza eccedere verso un “libertinaggio” superficiale e privo di valori, ci siamo pure permessi di infrangere i limiti della dignità umana. Avere tutto ad ogni costo nel più breve tempo possibile per poi disprezzare l’essenziale che fa parte della cultura della solidarietà e dell’accoglienza.

Molta gente sta morendo, un bilancio destinato a crescere che lascerà un segno sulle nostre coscienze, auguriamoci tutti che questa desolazione che sembra interminabile possa dare un contribuito per tutti noi a diventare più sensibili ed umani di quanto lo siamo stati.

Bisogna gestire il dopo che non sarà affatto facile, evitare che questa grande crisi che verrà non ricada come sempre sulle fasce deboli del nostro sistema. Non è il momento di fare polemiche, però è giusto e corretto ammettere che alcuni settori del nostro sistema sociale sono stati sottovalutati e disprezzati, in particolare la sanità dove i nodi stanno venendo al pettine, con la grande difficoltà nel gestire questa difficile emergenza, abbiamo medici e infermieri bravissimi che si trovano a lavorare in situazioni di disagio e difficoltà causate dai continui tagli, messi persino a rischio, da soli non possono farsi carico di quello che sta accadendo, ora li chiamano eroi, c’era bisogno di questo per accorgersene? A questo punto penso sia importante sperare di andare avanti cercando di non continuare a ripetere gli stessi errori che tutti noi abbiamo fatto, rifiutando questo consumismo, questa frenesia di una vita finalizzata solo a produrre e a spendere, non cadendo però nel tranello di chi ci dirà che servono nuove regole e più autoritarismi, ma facendo rinascere dal basso valori per il bene comune. Dopo tutti questi anni dove abbiamo cancellato quello spirito che c’era nelle lotte che facevamo negli anni ‘60 e ‘70 quando i giovani chiedevano libertà e antifascismo, abbiamo visto nascere un “fascismo libertinista” che è durato fino ad ora, i lavoratori sempre più sfruttati, le lotte soffocate, cancellati i diritti elementari, ci facevano credere che la libertà fosse quella di vedere in tv seni e sederi, grandi fratelli etc. Speriamo che adesso, dopo quello che sta avvenendo, non ci diranno che dopo questo libertinismo serviranno delle leggi liberticide, per ritornare a quanto era bello il passato, quando “si stava meglio anche se si stava peggio”, e c’erano i bei valori patriarcali, “Dio, Patria e Famiglia”. Noi preferiamo la libertà, ma quella vera, dei valori, della lotta, dei grandi ideali, della solidarietà, della cultura, della democrazia, della nostra Costituzione.

Cerchiamo di dare valore ed apprezzare con umiltà quello che si presenta davanti a noi e con coraggio nel rispetto dei nostri valori non possiamo e non dobbiamo fermarci.

Casa Memoria in questo momento è chiusa, ma rimaniamo impegnati con le idee ed il coraggio di Peppino e andiamo avanti e non ci fermiamo.

Mandandovi i miei più affettuosi saluti continuiamo ad invitare tutti a restare a casa, al di fuori delle strette necessità, per permettere che tutto questo finisca prima possibile.

#IORESTOACASA #RESTIAMOACASA

Giovanni Impastato

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