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Abbiamo deciso di pubblicare i contributi dei nostri amici che si trovano nelle zone che finora sono state tra le più colpite dal covid-19 per dare spazio alle loro considerazioni e ai loro racconti e per aprire un dibattito ed una riflessione collettiva su quanto sta accadendo.

Non rappresentando il nostro sito una testata giornalistica, gli autori si assumono la responsabilità di quanto scritto, quelle riportate sono principalmente opinioni e non informazioni giornalistiche, se dovessero esserci imprecisioni o altro, se contattati siamo disponibili, avvisando gli autori, a rimuovere i contenuti o apportare le doverose rettifiche o modifiche.

Cari amici scriveteci pure da tutta Italia e raccontateci cosa state vivendo e cosa pensate in questi giorni, il covid-19 ci sta costringendo a non poterci incontrare di persona, in questo modo speriamo di accorciare le distanze tra tutti noi ed essere quindi #distantimauniti. Abbiamo tantissimi amici in Lombardia, Veneto, Piemonte Emilia Romagna, come li abbiamo in tutta Italia, amici che soprattutto Giovanni Impastato va a trovare più volte l’anno e che vengono a Cinisi, in particolare il 9 Maggio. Dobbiamo resistere, alimentare la nostra vicinanza ed il nostro affetto. Siamo vicini alle vittime del covid-19 ed ai loro familiari, ai malati, a chi vive disagi economici, sociali e di salute (fisica e psichica) resi più gravi da questa situazione.

Restiamo a casa per il bene di tutti, per i medici e infermieri che stanno lottando per curare i tanti malati, evitiamo i contagi, non possiamo permetterci di abbassare la guardia, #restiamoacasa e #restiamoumani alimentando i nostri ideali ed i nostri valori.

Iniziamo oggi con il contributo di Marco Fraceti dell’OSSERVATORIO ANTIMAFIE DI MONZA E BRIANZA “PEPPINO IMPASTATO”, a cui seguirà una seconda parte.

COVID19 NON E’ UNA MALEDIZIONE DIVINA (prima parte)

Mentre tutto il mondo, Italia compresa, teneva la contabilità dei contagiati e dei morti in Cina, Coronavirus SARS2, prendeva l’aereo e si spandeva in tutto il globo. In Italia arriva a Codogno, in Provincia di Lodi, da una persona di 38 anni che si presenta in ospedale, al pronto soccorso, con sintomi influenzali. I sanitari lo visitano e lo mandano a casa. La persona torna al pronto soccorso, perché la terapia non funziona e sta sempre peggio. Allora vengono fatti esami più approfonditi, compreso il tampone faringeo, e scoprono che il paziente è contagiato da un coronavirus.

Nel frattempo, il paziente1 aveva contagiato 5 fra dottori ed infermieri che a loro volta, inconsapevoli, hanno contagiato altri ancora. L’epidemia si diffonde in maniera rapidissima ma la cosa viene sottovalutata in primo luogo dai vertici sanitari e politici della Regione Lombardia che addirittura minimizzano e accusano il governo di diffondere il panico. Quando l’Istituto Superiore della Sanità proclama l’epidemia in Lombardia in Regione cambiano completamente idea e chiedono di istituire la cosiddetta zona rossa. Di lì a qualche giorno viene istituita la zona rossa: non si entra e non si esce nei 14 comuni della bassa lodigiana individuati.

In Regione pur avendo competenze in materia di ordine pubblico, non fa nulla, così tutto procede come se niente fosse. Anche le partite di calcio si svolgono regolarmente e a San Siro e il 19 febbraio si gioca Atalanta Valencia. Dalla bergamasca e zone limitrofe arrivano a Milano 40.000 tifosi a sostegno della Dea. Ecco il perché Bergamo e Brescia e Cremona sono le zone più contagiate d’Italia.

Covid19 arriva in una nazione che insieme al Giappone ha una popolazione molto anziana. Da circa 20 anni le politiche sanitarie hanno visto il continuo taglio di posti letto e del personale sanitario con la chiusura di interi reparti ed ospedali in tutta Italia. Il tutto a favore della sanità privata che della salute degli italiani poco importa, perché ci vogliono tutti malati per fare affari sulla nostra pelle. Così COVID19 mette repentinamente a nudo tutto questo scempio e in men che non si dica, si scopre la necessità del sistema sanitario nazionale pubblico. Ma il virus è molto più rapido di una tardiva e colpevole presa di coscienza della politica a tutti i livelli.

La più esposta al contagio è la Regione Lombardia che immeritatamente aveva la fama di essere la regione con un sistema sanitario d’eccellenza. La banda dei ciellini, dei leghisti e dei mafiosi che governa incontrastata da 30 anni viene presa in contropiede, perché il sistema è più privato e meno pubblico. Allora per gettare fumo negli occhi dell’opinione pubblica iniziano il contenzioso con il Governo, in chiave autonomista e separatista. Ma Fontana, presidente della Regione Lombardia non è capace di contenere l’epidemia nemmeno negli ospedali. Idem Zaia, presidente della Regione Veneto che in carenza di mascherine fa stampare mascherine di carta che non hanno nessun valore sanitario, ma che fanno solo scena e propaganda. In questo teatrino, la gente continua a morire a centinaia ogni giorno. Oltre a non esserci posto nelle terapie intensive, non c’è posto per le bare negli ospedali che vengono portate nelle chiese; ma non c’è più posto nemmeno nei cimiteri. Si muore anche fra il personale sanitario: secondo l’ISS l’8% dei contagiati è personale medico sanitario.

La tipologia di virus non permette di poterlo combattere da subito perché va prima individuato e lo si individua solo dopo circa 10/14 giorni. Solo un comportamento rivolto alla prevenzione del contagio, da parte delle persone, può fare da argine alla sua diffusione. Le regioni del nord con i poteri a loro conferite da un demente sistema che ha distrutto la coesione nazionale, dopo che il governo aveva chiuso scuole ed università avrebbero dovuto bloccare studenti e professori che senza pensarci due volte hanno assaltato treni, aerei e autobus per tornare in famiglia al sud. Una gigantesca mobilità nazionale che ha esportato il virus in tutta Italia. Ora l’epidemia è totale; è diventata pandemia in tutto il mondo.

Mentre i Paesi del blocco di Visegrad, i famosi sovranisti alleati di Salvini, Fontana, Zaia etc…, fermano e sequestrano le partite di materiale sanitario che doveva arrivare in Italia, dalla Cina, da Cuba, dal Vietnam e dalla Russia arrivano importanti e concreti aiuti di personale medico e di strumentazioni. Ognuno di noi, anche al sud, faccia le sue considerazioni e ne tiri le coerenti conseguenze.

Dopo la Cina siamo il Paese con più contagi, ma siamo i primi per i decessi. Oggi solo le persone e i loro buonsenso possono aiutare il personale medico a contenere e salvare più vite umane possibili, perché di COVID19 non si muore e si guarisce se curati in tempo. Dunque, stiamo a casa, ma non facciamoci prendere in giro. COVID19 non è una maledizione divina, ma è un patogeno modificato, per uccidere la popolazione malata, anziana, gli emarginati e poveri della terra. Ma questa è un’altra storia che racconterò nella seconda parte.

Monza, 23 marzo 2020

Marco Fraceti

OSSERVATORIO ANTIMAFIE DI MONZA E BRIANZA “PEPPINO IMPASTATO”

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