81274975 1049494492061960 8267214099453050880 n

81274975 1049494492061960 8267214099453050880 n

 

Vogliamo ricordare Danilo Dolci nel ventiduesimo anniversario della sua scomparsa. Dolci è stato un sociologo ed attivista della non violenza, nato nel 1924 a Sesana e morto in Sicilia, precisamente a Trappeto il 30 dicembre 1997.

E’ stato antifascista, nel ’43 rifiutò la divisa della Repubblica Sociale Italiana e fu poi arrestato a Genova dai nazifascisti. 

Aderisce nel 1950 alla comunità di Nomadelfia e si trasferisce nel ’52 a Trappeto e Partinico dove promuove lotte contro mafia, disoccupazione, analfabetismo e povertà, usando il metodo della nonviolenza.  Ad esempio nel 1956 a San Cataldo (Terrasini) organizza uno sciopero della fame contro la pesca di frodo che privava i pescatori dalla sussistenza. Nel 1965 invece a Partinico sperimenta lo sciopero alla rovescia, facendo lavorare i disoccupati per riattivare pacificamente una strada comunale abbandonata; i lavori vengono fermati dalla polizia e Dolci, con alcuni suoi collaboratori, viene arrestato per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, istigazione a disobbedire alle leggi e invasione di terreni. L’episodio suscita indignazione nel Paese e provoca numerose interrogazioni parlamentari.

Danilo Dolci portava avanti un’ intensa attività contro la mafia e le collusioni di questa con la politica.

In ambito educativo Dolci sperimenta il metodo della maieutica reciproca; nelle sue riunioni ognuno imparava a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e decidere. È con questo metodo che insieme a contadini e pescatori del territorio decisero la costruzione della diga sul fiume Jato. L’irrigazione delle terre consentì in questa zona della Sicilia occidentale, la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo motivo di cambiamento economico, sociale, civile.

Negli anni ’70 avvia l’esperienza del Centro Educativo di Mirto, frequentato da centinaia di bambini.

Peppino  Impastato venne in contatto con Danilo Dolci alla fine degli anni ’60,  partecipò alla Marcia della protesta e della speranza nel Marzo del 1967 indetta da Dolci. Peppino scrisse un dettagliato ed interessante resoconto della marcia  nel giornale L’Idea Socialista, queste le sue parole: “è una grande manifestazione popolare il cui significato si individua in due punti essenziali: condanna aperta della attuale classe dirigente per l’inefficienza ormai lungamente dimostrata nel risolvere i problemi più urgenti e vitali dell’isola; ferma volontà di rompere con un mondo e, con una maniera di condurre la cosa pubblica, tutte che puzzano di marcio.” 

Danilo Dolci nel 1970 da Partinico fondò la prima radio libera in Italia. Una voce clandestina che denunciava le condizioni di degrado in cui versavano le zone della Valle del Belìce dopo il terremoto del 15 gennaio 1968. Anche questa esperienza influenzò Peppino che nel 1977 fondò Radio Aut.

{jcomments on}