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Oggi nel trentesimo anniversario della strage di Capaci vogliamo ricordare l’impegno nella lotta contro la mafia e il sacrificio per rendere libero il nostro Paese del Giudice Giovanni Falcone, ucciso insieme alla moglie, la magistrata Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Un abbraccio caloroso anche ai feriti sopravvissuti alla strage che vissero un immenso dolore e trauma, tra cui l’autista giudiziario Giuseppe Costanza che quest’anno ha partecipato alle giornate del 9 maggio per ricordare quel terribile evento. Abbiamo esposto a Casa Memoria uno striscione con un’immagine ripresa dalla storica foto realizzata dal fotografo Tony Gentile dove il giudice Giovanni Falcone è ritratto insieme al giudice Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia pochi mesi dopo nella strage di Via D’Amelio insieme agli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Oggi è importante affermare che, per dare valore al loro sacrificio e per sconfiggere definitivamente la mafia, memoria e impegno (da parte di Istituzioni, associazioni e società civile) devono essere quotidiani e non limitarsi alle celebrazioni. È importante essere presenti ogni giorno nei territori, denunciare e soprattutto educare le giovani generazioni alla lotta alla mafia e all’oppressione, per lo sviluppo di un pensiero critico, per la giustizia sociale e per la costruzione di una società libera e basata su valori democratici e umani.

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Altri contributi per il 30esimo anniversario della strage di Capaci:

Importante intervista ad Antonio Ingroia e Giovanni Impastato, a cura di IlSicilia.it con il direttore editoriale Maurizio Scaglione ed il direttore responsabile Manlio Melluso. Sono stati affrontati, a quasi trent’anni dalla strage di Capaci, temi di grande rilevanza ed attualità, con tanti spunti di riflessione. Partendo dalle parole dell’ex magistrato Ingroia sulla rimozione della memoria che spinge ad impegnarsi solo per le commemorazioni e non facendo vivere quotidianamente le idee di quelle persone che si sono sacrificate nella lotta alla mafia, come i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che purtroppo anche in vita hanno subito un grande isolamento. Giovanni Impastato si è poi soffermato sull’importanza di una antimafia basata sulla prevenzione e non sull’emergenza o sulle celebrazioni, da praticare ogni giorno stando nei territori, nel caso di Casa Memoria anche per trasmettere il messaggio educativo di Peppino Impastato alle giovani generazioni, giorno dopo giorno. Entrambi gli intervistati hanno ricordato i forti colpi che la mafia ed in particolare Cosa Nostra ha subito dallo Stato dopo le stragi, ma purtroppo non si è saliti di livello, come ha detto Antonio Ingroia, negli ultimi anni si è fatto un lavoro di contenimento e non di annientamento della mafia. Giovanni Impastato, citando anche alcuni studi e analisi di Umberto Santino, si è soffermato sulla mafia che non può essere considerata un antistato, la sua invincibilita’ deriva fal fatto che manca la volontà politica di sconfiggerla. Alla fine si è affrontato anche il tema dei limiti nella gestione dei beni confiscati. Noi siamo ancora in attesa di sapere se Casa Felicia tornerà o meno al figlio di Don Tano. VIDEO

Altro contributo:

Jacobin Italia intervista Umberto Santino, fondatore nel 1977 del centro siciliano di documentazione, poi dedicato a Peppino Impastato, a trent’anni dalla strage di Capaci ARTICOLO

Altro contributo:

Diffondiamo il comunicato lanciato dai nostri amici di Our Voice.“Giovanni Falcone: passerella di molti, impegno di pochi”. È il titolo che l’associazione della facoltà di Giurisprudenza dell’università di Palermo “Contrariamente” e l’associazione “Our Voice” hanno scelto per organizzare un Sit-in con corteo artistico-giovanile lunedì 23 maggio in occasione del 30° anniversario della strage di Capaci in cui vennero uccisi i giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro Oggi, a 30 anni dalle stragi di Capaci e Via d’Amelio, come giovani, studenti e studentesse ci allontaniamo da ogni passerella politica e da ogni commemorazione sterile ed ipocrita. Per questo, il prossimo lunedì 23 maggio alle ore 15 davanti al dipartimento di Giurisprudenza di Palermo, in via Maqueda 172 (PA), avrà luogo un presidio statico, al termine del quale partirà un corteo artistico-giovanile che terminerà all’Albero in Memoria di Giovanni Falcone, in Via Emanuele Notarbartolo 23 (PA), dove alle ore 17:58 si farà il minuto di silenzio in memoria delle vittime della strage di Capaci.Come giovani abbiamo deciso di scendere in piazza perché:- Su quella stagione di bombe e delitti eccellenti non abbiamo ancora una verità completa.- L’impianto legislativo di contrasto alla criminalità organizzata e ai sistemi criminali, unico in Europa e nel mondo, ispirato e voluto da Falcone e Borsellino, rischia di essere definitivamente smantellato.- Si stanno realizzando le richieste che Cosa Nostra fece a parti deviate del nostro Stato nel 1992.- È sotto attacco l’istituto dei collaboratori di giustizia, grazie ai quali conosciamo la struttura del potere mafioso criminale, ma soprattutto i rapporti con gli esponenti deviati della politica e delle istituzioni.- Si isolano e si delegittimano, come accadeva in passato, i magistrati più esposti e in prima linea nella lotta alla mafia e nella ricerca della verità.- Nuove minacce di morte e progetti di attentato stanno mettendo a serio rischio alcuni magistrati, tra cui il consigliere del Csm Nino Di Matteo e il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri.- Uomini condannati per mafia sono tornati a dettare la politica a Palermo e in Sicilia.Dopo 30 anni dalle stragi pretendiamo la verità completa su Capaci e non vogliamo che la storia si ripeta con altri morti, trasformati in martiri ed eroi.Vogliamo una memoria attiva e soprattutto una militanza giovanile e popolare, che riparta dal basso, dalle università, dalle scuole, dai quartieri e da ogni angolo di Palermo e della Sicilia, non istituzionale. Un’antimafia intersezionale, inclusiva e unita a tutte le altre lotte sociali (ambientale, antifascista, antirazzista, transfemminista).Link dell’evento: https://fb.me/e/1isI3xuEn Locandina: https://bit.ly/3lqqrip Percorso corteo: https://bit.ly/3MtNcOl Perché manifestiamo: https://mailchi.mp/ourvoice/rkkwuke82w