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Di Giovanni Impastato

 

Noi, come famiglia Impastato e come Associazione “Casa Memoria”, ci siamo trovati spiazzati ( in realtà non siamo ancora certi delle nostre reazioni, che vanno dal disgusto all’incredulità) da una notizia appresa in questi giorni, che ha come protagonista un’associazione locale/comitato civico, “Libera Cinisi”, forse costituitasi da poco, la quale dovrebbe gestire il Casolare  dove è stato ucciso Peppino, di  proprietà del farmacista Venuti, che ha messo a loro disposizione.

Tutti noi in paese conosciamo la passata generosità del Venuti, soprattutto con i mafiosi, generosità che si ripete ancora oggi con un suo parente, Manfredi Vitello, firmatario di questa proposta su Facebook  e forse presidente della (personalmente mai sentita prima) associazione (che, nonostante il nome potrebbe lasciare intendere, non avrà sicuramente nulla   a che fare con Libera di Don Ciotti). Eppure lo stesso Vitello Manfredi, molto conosciuto a Cinisi quale ex consigliere comunale di Forza Italia,  non ha mai nascosto il suo disprezzo per il nostro impegno,  la nostra storia e per la figura di Peppino Impastato, fino al punto di non avere un minimo di rispetto anche nei confronti di mia madre. Durante una seduta straordinaria del consiglio comunale di Cinisi, per il trigesimo della sua morte,  avvenuta il 7 dicembre del 2004, in occasione della quale il Vitello, assieme ad altri due suoi colleghi consiglieri del suo partito, Vincenzo Pizzo e Pinella Alfano,  è uscito dall’aula in segno di disprezzo per la sua figura.

Ci chiediamo come mai, a questo punto, sia nata in lui questa improvvisa “vocazione”, questo interesse a preservare, addirittura con un museo, la figura di Peppino, militante comunista, nonostante la sua, diametralmente opposta, posizione politica. Ci sembra inoltre di ricordare, che fosse uno dei sostenitori dell’intitolazione dell’aula consiliare di Cinisi all’onorevole Pandolfo ( allora proponemmo anche di appendere nella futura aula, la foto di Pandolfo ritratto con Gaetano Badalamenti, Cesare Manzella e altri esponenti di spicco della mafia locale), invece di dedicarla proprio a Peppino Impastato ( eh si, lo stesso che ora si premura di tutelare ) come poi è stato fatto. Noi ricordiamo bene, inoltre, le richieste del farmacista Venuti di 480.000 euro, che sono  pervenute alla Regione Sicilia e alla Famiglia Impastato per la cessione del Casolare. Cifre assurde che dimostrano la mancanza di rispetto per un luogo della memoria ( e anche un po’ per la dignità dei richiedenti!). E pensare che l’Assessore Armao (Governo Lombardo) dopo una nostra denuncia attraverso il quotidiano “la Repubblica” sul degrado del Casolare, ridotto quasi ad una discarica, si era impegnato a risolvere il problema venendo a Cinisi per un sopralluogo, offrendogli 120.000 euro, una cifra considerevole dato il reale valore del Casolare. La raccolta fondi che “Libera Cinisi” si propone di portare avanti “per acquistare e restaurare il bene al fine di creare un museo” sembra quindi piuttosto ambiziosa, a fronte di queste cifre.

Ma la volontà che li spinge a preservare la memoria storica di Peppino, deve essere notevole , date le cifre da raggiungere e il forte sforzo di pentimento, a questo punto, per le azioni e le idee passate! Chissà se questo afflato ” mistico” li porterà anche a percorrere il corteo del prossimo nove maggio!

La verità è che  purtroppo  questi fatti, ma sarebbe meglio dire questi ” scherzi” , succedono a causa dell’inefficienza delle istituzioni e dell’attuale amministrazione Regionale che, dopo tante promesse di esproprio fatte dal Governatore Crocetta, non si è mai avuto un seguito, una presa in giro senza nessun passo avanti, fino al punto che lo stesso farmacista Venuti ha proibito l’accesso a miglia di visitatori, un vero crimine nei confronti della memoria storica. Non riusciamo a capire come mai questo caso non si vuole risolvere e come mai, sia il comune di Cinisi che la Regione Sicilia, non prendano ancora nessun provvedimento nei confronti di queste forme di sciacallaggio che infangano l’immagine della nostra comunità.  

Noi non permetteremo mai  che tutto finisca in mano a persone squallide che hanno denigrato la nostra storia e la nostra memoria. Non crediamo nei “miracoli” e, considerato che nessuno dei facenti parte di questo movimento si è mai visto, né si è mai avvicinato a noi, non crediamo neppure nella loro buonafede. Non rimarremo a guardare chi il giorno prima ne infanga la memoria e il giorno dopo tenta di specularci, offendendo chi da anni si è battuto e si batte per salvaguardare la figura di Peppino, diventato ormai simbolo nazionale della lotta contro le mafie e riconosciuto da migliaia di persone ( che sia proprio questa la “spinta”?). 

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