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Publichiamo l’articolo che ci ha inviato Maria Concetta Biundo dedicato al romanzo, basato su una storia reale, Le Ricamatrici di Ester Rizzo, Navarra Editore e presentato a Cinisi di recente in occasione della Rassegna letteraria “Altre Sicilie tra terra e libri.

L’esperienza raccontata nel libro viene messa in parallelo con ciò che fecero le ragazze del Circolo Musica e Cultura, Collettivo femminile/femminista a Cinisi nel 1976. L’importanza che ebbe la rete tra associazioni per la crescita di singole esperienze in un movimento più ampio.

Maria Concetta ha portato a Casa Memoria uno dei tanti numeri del giornale “Quotidiano donna” del 1979 che oltre ad affrontare tematiche di grande interesse sulla questione di genere, collegava tra loro le diverse realtà. Grazie Maria Concetta per il tuo contributo.

“7 settembre 2018. Presentazione del libro “le ricamatrici” presso la Biblioteca comunale di Cinisi. Una storia ambientata nella seconda metà degli anni settanta, un periodo di risveglio e di presa di coscienza. E queste donne, le ricamatrici, pur vivendo in un piccolo comune all’interno della Sicilia, Santa Caterina di Villarmosa, sono state contagiate da questa ventata di aria nuova, che portava, soprattutto le donne, a prendere coscienza di se stesse e del proprio valore. Nel loro caso é stata anche una presa di coscienza del valore del loro lavoro, che altri sfruttavano per il loro tornaconto.

Hanno cercato di diventare autonome e di autogestirsi, creando una diversa economia partendo da se stesse e non dipendendo da altri. Molto importante é stato in questo processo, come detto dall’autrice, l’incontro con organizzazioni di donne, presenti in quel periodo, che cercavano di stimolare altre donne, non solo a prendere coscienza delle proprie condizioni ed emanciparsi, ma a diventare gruppo, movimento, perché solo insieme si può diventare forza.

Anche a Cinisi, in forme diverse, è stato l’incontro con queste organizzazioni di donne in quegli stessi anni, a creare, all’interno del circolo Musica e Cultura, il gruppo delle ragazze che hanno capito che solo sotto forma di movimento, di collettivo, di gruppo, si potevano raggiungere dei risultati, rivendicando il valore delle donne e la loro presenza nel tessuto economico, sociale e politico del territorio. Non era sufficiente quindi che ognuna di loro singolarmente cercasse di ottenere piccoli spazi attraverso battaglie individuali, ma occorreva diventare movimento per rivendicare diritti personali e civili per una diversa presenza nella società.

Storie che hanno denominatori comuni, legati ad un periodo di cambiamento e di trasformazione, storie che hanno visto tante donne, in forma diversa, impegnate in una ricerca di riscatto economico, sociale, culturale, partecipativo, per una società in cui la presenza femminile, da sempre considerata ininfluente, potesse diventarne parte attiva.

Storie con denominatori comuni che vengono dal passato e si ripropongono ad un presente che continua ad avere sempre più la necessità di vedere donne presenti nel tessuto sociale, culturale, economico, politico, per una società più equilibrata in cui la presenza femminile diventi componente essenziale.”

Maria Concetta Biundo

quotidiano donna