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6 novembre 2013

Uno splendido sole accoglie l’arrivo di Giovanni alla stazione ferroviaria di Casarsa della Delizia, ad attenderlo insieme a me Angela Felice, la direttrice del Centro Studi Pier Paolo Pasolini. Ci fiondiamo immediatamente nei luoghi pasoliniani, prima tappa alla chiesetta di Versutta (Versuta in friulano). Qui Pier Paolo Pasolini si era rifugiato insieme alla mamma Susanna Colussi durante la seconda guerra mondiale. Il poeta Pasolini aveva ritrovato riparo in un granaio e qui conobbe una ventina di ragazzi che non potevano studiare, allora si mise a dare lezioni insieme alla madre che era insegnante. Il maestro si mise anche a dura prova con i ragazzi per togliere con la “cipolla” l’intonaco dalla chiesetta dalla quale emersero stupendi affreschi del XIV e XV secolo. Il suo intuito non lo tradiva mai. L’emozione di Giovanni è unica quando ci ritroviamo a dare un saluto al grande maestro sepolto vicino alla mamma nel piccolo cimitero di Casarsa, è doveroso soffermarsi un istante, donare un fiore e un pensiero al uno dei più grandi intellettuali che l’Italia ci ha donato. È la sua terza volta che lo rivede, ma la commozione è comunque viva. Moravia ai funerali a Roma disse “Ogni trecento-quattrocento anni nasce uno come Pier Paolo Pasolini”. Peppino Impastato lo studiava e recitava le poesie di Pasolini a mamma Felicia. Nel 1975 quando Peppino venne a conoscenza dalla TV che avevano ucciso Pier Paolo Pasolini gettò una scarpa contro lo schermo per la rabbia. A Casarsa il funerale fu celebrato nella Chiesa di Santa Croce il 6 novembre 1975 -vi abbiamo fatto visita- in questo luogo Pasolini a suo tempo prese ispirazione per scrivere l’opera “I Turcs tal Friul”. Per chiudere la visita all’artista Pasolini, Angela ci apre le porte del centro studi Pasolini che fu la casa materna di Pier Paolo: all’interno vi sono mostre temporanee e stabili. In questo istante Casa Memoria Felicia e Peppino e il Centro Studi Pier Paolo Pasolini si incontrano. In occasione della nostra presenza vi è una galleria di foto di tutti gli allievi che ha avuto Pasolini e qui nasce l’idea che questa mostra –in primavera- potrà essere presentata a Casa Badalamenti. Uno dei più grandi artisti contemporanei che l’Italia ha potuto donare a casa, nella dimora di uno dei più grandi boss di Cosa Nostra. Abbiamo vinto noi. Il tempo è terminato: un forte abbraccio tra Angela e Giovanni sancisce questa unione tra i due centri, “Mandi Pier Paolo a presto. Ci rivedremo a Cinisi”. Ora si va verso Cividale del Friuli per ritrovare la caserma dove Giovanni fece il militare nel 1973 al “76° Reggimento Fanteria Napoli”. La struttura è ormai dismessa e abbandonata, ma i ricordi di Giovanni sono vivi e commoventi. È la prima volta che vi ritorna dopo quarant’anni dal congedo dopo aver prestato servizio di leva. Questo legame Friuli-Sicilia è sempre più saldo. E quando chiedo a Giovanni: “Ma Peppino dove ha fatto il militare?”, lui mi risponde “A Udine”. Sorrido e il viaggio continua…

Ivan Vadori

 

Nelle Fotografie Angela Felice direttrice del centro studi Pier Paolo Pasolini e Giovanni Impastato

Foto di Ivan Vadori

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