giovanni

giovanniGentile Giovanni,

mi chiamo Lisa, ho 17 anni e faccio parte di quella generazione che viene definita immersa nell’immagine e nei social network, quella generazione che comunica tramite messaggi veloci e concisi, che utilizza le fotografie per trasmettere emozioni istantanee e che è considerata incapace di soffermarsi a pensare.

Il suo arrivo ha permesso a me e a tutti i ragazzi che sono qui di avere la possibilità di dimostrare che non è così, in quanto ci ha stimolati a cercare di scoprire che cosa fosse nel suo passato e in quello della sua famiglia ad aver lasciato un tratto indelebile nella storia italiana.

Noi ragazzi, come ben sa, nutriamo grandi speranze ed ambizione nel futuro che stiamo creando passo dopo passo e abbiamo bisogno di modelli e di personaggi veri piuttosto che idoli a cui ispirarci: Lei si è dimostrato uno di questi.

Balza inevitabilmente agli occhi l’amore e l’affetto che lei nutre nei confronti di suo fratello e del suo spirito, quel fratello che in Radio Aut, con la sua satira, trasmetteva sorrisi alle persone e spronava a non arrendersi, a non abbassare mai la testa, in una battaglia per la giustizia, priva di brama e fama personale, messaggio che lei continua a trasmettere lottando ogni giorno ed accettando una vita movimentata e talvolta pericolosa. Prepotente è la speranza che traspare e viene percepita da tutti coloro che conoscono la vostra storia e che seguono la sua battaglia .

Incredibile è la forza con cui lei ha reagito e non si è lasciato abbattere e il coraggio con cui ha continuato ciò che Peppino aveva iniziato con tanta determinazione. Peppino aveva un potere speciale, la voce, che mista al suo coraggio ha parlato a nome di padri, madri, figli, imprenditori, operai, contadini ed ha denunciato pubblicamente una verità conosciuta ma tenuta nascosta. Peppino non aveva paura e urlava e gridava le sue idee proprio a cento passi da colui che ha imposto il suo silenzio. La sua voce è stata soppressa con la violenza, ma lei, Giovanni, l’ha raccolta con coraggio e umiltà arrivando a comunicarla a noi oggi e sollecitando la nostra partecipazione e riflessione, nella lotta contro chi, con la violenza, annienta sogni e speranze.

Nostro è il futuro e nostra è la responsabilità di raccogliere messaggi così importanti e trasformarli in azioni con l’obiettivo di non farci soffocare da sopraffazioni e fanatismi. Qualche tempo fa ho letto un articolo sull’incontro avvenuto presso il CSD Giuseppe Impastato nel 1996 tra lei e due dei direttori dell’ormai tragicamente famoso giornale Charlie Hebdo, Val e Riss, i quali volevano documentarsi sulla mafia siciliana e in particolare sulla storia di Peppino e della sua lotta contro la mafia.

Sono rimasta colpita dal fatto che la satira che Peppino faceva tramite Onda Pazza su Radio Aut abbia avuto un enorme impatto internazionale al punto da essere utilizzata, diciotto anni dalla sua morte, come base per una satira francese all’insegna della denuncia pubblica della mafia.

Nasce spontaneo per me sottolineare il parallelismo tra la determinazionee di Peppino e il coraggio, e quelli di Val e Riss, nel continuare la loro satira e la loro denuncia, nonostante le numerose minacce e intimidazioni ricevute, senza mai tirarsi indietro. L’esempio che ci hanno dato, lo stesso che lei e il giornale Charlie Hebdo state portando avanti nonostante le tragedie che contornano le vostre storie , è qualcosa di cui fare tesoro e su cui riflettere attentamente.

Mi sento perciò in dovere di dire che come il mondo si è stretto intorno alla francia gridando “je suis Charlie”, nel nostro piccolo oggi ci stringiamo intorno a lei gridando “Noi siamo Peppino!”.

Cordiali saluti

Lisa

Liceo scientifico Niccolò Copernico – Prato