6 settembre

6 settembre

Presentazione del libro ‘ MANIFESTO DELL’ANTIMAFIA’

Sabato 6 Settembre alle ore 21:30 Cinisi ha avuto l’onore di ospitare Nando Dalla Chiesa, figlio del generale ucciso dalla mafia nell’82. Infatti a conclusione della settimana dedicata alla legalità il professore Dalla Chiesa ha presentato il suo nuovo libro edito da Einaudi ‘Manifesto dell’Antimafia’ presso la ex casa Badalamenti, luogo significativo per la storia dell’antimafia a Cinisi. A moderare la presentazione è stato Umberto Di Maggio, membro fondamentale dell’associazione Libera e durante la serata sono intervenuti Umberto Santino, Valentina Fiore, Salvo Palazzolo, Enzo Guarrasi e naturalmente il professore Dalla Chiesa. L’incontro è stato particolarmente interessante perché i temi affrontati, come per esempio la lotta anti-racket, hanno coinvolto il pubblico stimolando la riflessione .Umberto Santino ha illustrato alcuni passaggi del libro con puntualità e lucidità ed ha anche raccontato alcuni aspetti del lavoro di ricerca e di analisi sul fenomeno mafioso dalle origini ai giorni nostri, svolto dal Centro di Documentazione Siciliana intitolato a Peppino Impastato di cui lui è presidente. Una testimonianza certamente significativa è stata quella di Valentina Fiore, amministratore delegato del ‘Consorzio Libera terra Mediterraneo cooperativa sociale onlus’ che ha mostrato come sia possibile collaborare e dare un contributo concreto alla lotta alla mafia spendendosi per il territorio con la organizzazione di imprese agricole che realizzano prodotti proprio nei beni confiscati alle mafie. Come ha detto Valentina infatti ‘ bisogna essere concreti per essere credibili’. A seguire il giornalista palermitano Salvo Palazzolo ha ricordato l’insegnamento di Don Puglisi e ha spiegato come sia importante l’impegno del singolo come quello dell’imprenditore o del sindacalista che anche nella solitudine si impegna a lottare la criminalità organizzata nel proprio settore. Lo stesso argomento è stato affrontato dal professore Guarrasi che ha ribadito la necessità di sostenere le associazioni come ‘Addio Pizzo’ o ‘Libera’ perché i loro componenti sono sempre esposti a possibili vendette da parte delle famiglie dei mafiosi locali. Infatti il professore sostiene che il magistrato medio non ha gli strumenti per eliminare la mafia in maniera definitiva mentre, queste associazioni coinvolgendo soprattutto le nuove generazioni , sono fondamentali per la formazione di mentalità più aperte e libere e proprio per questo non devono essere lasciate sole.. Infine l’autore del libro ha espresso le sue considerazioni a proposito del fenomeno mafioso proponendo l’esempio degli antichi Greci che studiando acutamente gli avversari sono riusciti a sconfiggere il popolo più temuto del mondo allora conosciuto: i Persiani. E solo come hanno fatto i Greci, ovvero solo studiando i meccanismi della mafia, è possibile combatterla creando i ‘tifosi della democrazia’ che si schierano dalla parte dei magistrati e di coloro che ogni giorno rischiano la vita per una Italia più giusta e più democratica. Al termine dell’iniziativa ricca di emozioni Giovanni Impastato ha voluto salutare e ringraziare gli studenti dell’ateneo di Milano accompagnati dal professore Nando Dalla Chiesa dopo una settimana di formazione intensa che si è svolta a Cinisi presso i beni confiscati alla mafia “Ciuri di campo” e che ha avuto come punti di riferimento-tra gli altri temi- le figure del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e Peppino Impastato. Ecco una breve ma significativa intervista rilasciataci da Nando Dalla Chiesa :

-Quando e in quali circostanze ha appreso la morte di suo padre ? Sapeva che sarebbe successo ?

-Il rischio c’era…Caso mai c’era un aspetto che poteva indurci a non temere troppo e cioè il fatto che gli uomini del potere politico locale e anche nazionale si erano esposti molto con interviste pubbliche contro di lui e quindi pensavamo ‘non lo possono uccidere perché altrimenti sarebbe un delitto firmato’ e invece l’hanno fatto confidando nella mancanza di coraggio dell’opinione pubblica.

Se il generale fosse vissuto in questi anni , pensa che sarebbe cambiato qualcosa ? Pensa che non sarebbe stato lasciato solo così come ha affermato il presidente del Senato Grasso in occasione del 32esimo anniversario dalla morte di suo padre ?

-Intanto ci sarebbe stato un movimento antimafia perché oggi c’è e allora non c’era. Perché nacque proprio con la sua presenza in seguito alla morte di Pio La Torre quando le parti più vive della società palermitana cominciarono a mobilitarsi intorno all’arrivo del prefetto Dalla Chiesa nonostante l’attenzione non fosse rivolta alla Sicilia perché si pensava che il fenomeno mafioso fosse solo una questione siciliana. Oggi non è così.

Un buon motivo per leggere questo libro ? Cosa lo caratterizza ? –Perché c’è dentro quello che ho capito in più di trent’anni di impegno intellettuale, politico, civile, sul campo. Diversamente da altri mi sono trovato ad affrontare la mafia da figlio, da parlamentare, studioso, militante civile e quindi ho visto la mafia attraverso molte prospettive. Voglio insegnare agli altri ciò che io ho imparato e questo libro è una guida per seguire delle strade, per non commettere errori e per farci ricordare che la mafia esiste ed è un nemico che non dobbiamo negare o dimenticare nonostante la tendenza alla rimozione sia estremamente forte.

ALICE IACOPELLI

 

 

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